I.F.A.G.

Rabarama

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Paola Epifani, alias Rabarama, was born in Rome in 1969. She lives and works in Padova. The daughter of an artist, from her early childhood she showed an inborn talent for sculpture. She started her artistic education at the Arts High School in Treviso, and continued later at the Venice Academy of Fine Arts. She graduated with top marks in 1991 and immediately started taking part in a large number of national and international sculpture competitions, earning growing acclaim with both the critics and the general public alike. Rabarama creates sculptures and paintings with men, women or hybrid creatures, often passing for the eccentric. The skin of the subject created by the artist is always decorated with symbols, letters, hieroglyphics and other figures in a variety of forms. The "membrane", the "cloak" that seems to envelop these figures is constantly changing, always adding new signs, symbols and metaphors. The alphabet indicates the internal restriction of language and our singular-plural entity (according to the conception of the philosopher Jean-Luc Nancy): hieroglyphics, puzzles and honeycombs are the visualization of the genome, the infinite combinations and possible varieties inherent in humanity, displayed in the mental mazes where is materialized the multifaceted complexity of the ego. Often exhibitions of Rabarama's works are presented in collaboration with other artists, performers (body painting, dancers, acrobats) and are enriched by video projections and sound. Her work is considered suggestive and exciting, describes all the sorrows and joys of the human being, from slavery to freedom, through the genetic code of dreams. "The art of Rabarama is often very aggressive, not only for the audience, but also for the creator," said George S. Bolge, executive director of the Museum of Art in Boca Raton, Miami, United States of America, about artist's works. This long path, studded with successes, brought her to present in 2011 at the 54th Venice Biennale the monumental work Abbandono, made entirely in Carrara marble. In addition to this fundamental recognition, her works have been exhibited in major world capitals of the art scene as, among others, Paris, Florence, Cannes, Miami, Shanghai. Numerous and important, also, are the acquisition of her works by important public and private institutions such as the Art Museum of the Beijing Biennale, the Shanghai Sculpture Space and Copelouzos Museum of Athens, not to mention the three monumental works purchased by the Municipality of Reggio Calabria and exhibited at the Falcomatà waterfront. In 2014 is godmother and inspirer of the Skin Art Festival, which is held in Merano, collaborating with Kryolan. Recently, in 2015, Rabarama won the international competition held by the Municipality of Vallo della Lucania (SA). Following this victory was created Leud, the largest marble ever created before by the artist, now on display in the quaint old town. Unforgettable also is the artistic alliance and collaboration with Cirque du Soleil. In 2016 Rabarama exposes in galleries both Italian, like the Italian Fine Art Gallery in Positano (SA) and SimonBart Gallery in Porto Cervo (Sardinia), and abroad, taking part in the Bienniale of Vught organized by Van Loon Galleries, Netherlands. In the same year he took part in the Biennale of Art in Asolo (TV), Italy. Thanks to her versatile talent, Rabarama experiences and realizes, over time, the terracotta works, classic well known painted bronzes, fascinating unique pieces of marble, glass and rare stones, resin inclusions, monotypes in silicone resin , precious artist jewellery and, of course, the wonderful paintings and serigraphs. Rabarama currently lives and works in Padua, manages her own career and collaborates internationally with important art galleries in France, Holland, Belgium, England, Turkey, Switzerland and the United States.

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Smarana

Bronzo dipinto a mano - 35x25.5x28.5 (cm)

Il titolo di quest’opera deriva dal Sanscrito e significa letteralmente “memoria” o “ricordo”. Traendo ispirazione da un’opera realizzata anni fa, l’Artista ci invita a ripercorrere il nostro passato, per trarre da esso insegnamenti e riflessioni utili a sviluppare un nuovo percorso. Il nostro futuro sarà quindi guidato da una nuova consapevolezza, che possa spingerci alla piena realizzazione di noi stessi. La memoria è un tema molto importante nella ricerca artistica di Rabarama, in quanto collegata alla nostra matrice genetica, che conserva altresì le reminiscenze dei nostri antenati. Tutta la figura è coperta da un pattern ad esagoni, rappresentazione grafica delle cellule e del DNA che compongono ogni essere vivente e, come specificato poco fa, custodi della conoscenza atavica; le catenine che incorniciano ogni forma geometrica intendono inoltre rafforzare il concetto di particella infinitesimale capace però di dare vita ad un Tutto complesso e ricchissimo.

Sulla schiena della figura è presente la sillaba RA, iniziale del nome d’arte dell’Artista e collegata alla divinità egizia: quest’ultima è in relazione con la luce, con la capacità di espressione spirituale, oltre che con la prosperità, con il potere regale e la buona salute.

Smarana

Bronzo dipinto a mano - 35x25.5x28.5 (cm)

Libellum

Bronzo dipinto a mano - 16.5x61.5x30.5 (cm)

Questa creatura trae direttamente ispirazione dalla figura alchemica della libellula, insetto molto speciale ed elegante attorno al quale le culture di tutto il mondo hanno costruito nei secoli simbologie e leggende varie. Il suo nome è legato a una doppia corrente di pensiero che ancora non riesce a mettere d’accordo gli studiosi. Se per alcuni, infatti, deriva dal termine latino libra, bilancia, per la posizione orizzontale delle sue ali in volo, per altri discende, invece, dalla radice latina liber, libero, da cui il diminutivo libellum. Da sempre la libellula è considerata un essere magico grazie ai suoi colori cangianti, alla sua forma esile e alla velocità con cui è in grado di volare e fuggire dai suoi predatori, ingannandoli. La sua particolarità intrinseca è quella di trascorrere i primi sei anni della sua vita sul fondo di ambienti acquatici o paludosi sottoforma di larva per poi trasformarsi in modo naturale nella creatura che conosciamo. Per questo motivo il significato più profondo che le si può associare è proprio quello del cambiamento: uno sforzo introspettivo e personale che permette di abbandonare una condizione di stasi e oscurità per aprire al rinnovamento più totale, attraverso la ricerca della propria identità e personalità. Attraverso Libellum l’artista racconta sé stessa e la propria evoluzione, invitando anche tutti gli altri ad accogliere ogni possibile cambiamento che la vita ci propone. La figura sempre proprio slanciarsi fuori dall’acqua in uno sforzo di rinascita e rinnovo.

Chattra

Bronzo - 20x32.5x26 (cm)

Chattra è una parola che deriva dal Sanscrito e letteralmente significa “parasole”, simbolo della dignità regale e rappresentante il potere spirituale. Derivato dall’arte indiana, viene rappresentato in diverse forme e varianti, spesso sono nastri di seta monocromatici o multicolore. Il significato simbolico del parasole deriva dalla sua funzione di protezione in caso di maltempo o di sole eccessivo, possibilità che da sempre è stata identificata come segno di ricchezza. Per questo è divenuto simbolo del potere e regalità. Il parasole simboleggia la compassione e la protezione di tutti gli esseri senzienti dal dolore, dalle malattie, dai veleni mentali e dall’ignoranza.

Rabarama richiama il significato simbolico del titolo anche nelle incisioni, rappresentanti nastri che cingono tutta la figura, inserendo qua e là altri simboli derivanti da antiche religioni piuttosto che da filosofie pluricentenarie. La posa in cui la figura si mostra vuole allo stesso tempo rafforzare il concetto di protezione, stringendosi a sé come in un bozzolo. Lo sguardo però è fisso verso ciò che ha di fronte, indicando l’intento di affrontare il futuro con serenità e determinazione.

1-First, ric-ostruzione

Bronzo - 26.5x30x25 (cm)

L’opera 1-First, Ric-ostruzione fa parte di una serie di prototipi in bronzo il cui titolo rispetta una numerazione. Ognuno di essi vuole rivolgersi al fruitore al fine di condurlo lungo un percorso che porterà alla consapevolezza di se stessi e del proprio essere interiore.

Shiva

Bronzo dipinto a mano - 30x40x41 (cm)

Il titolo di quest’opera deriva dalla religione indiana: Shiva è infatti una delle divinità maschile tra le più importanti, portatore di distruzione o di vita, a cui sono riferiti una grande vastità di appellativi ad indicarne la potenza; lo stesso viene infatti associato sia alla morte che all’immortalità, dimostrando quanto sia capace di tutto. Questo dualismo viene ripreso da Rabarama creando i fori tra gli alveoli, distruggendo quindi la continuità dell’epidermide, ma permettendo a ciò che sta all’interno di trasparire. L’idea dell’artista è di poter liberare l’anima e l’energia che sono dentro la figura per poter fluire da un essere all’altro.Se in principio la ricerca di Rabarama sul genoma umano e sulle cellule, rappresentate dagli esagoni, mirava all’idea che fossimo costretti alla predeterminazione ed incatenati ad un destino già scritto, l’evoluzione del pensiero dell’artista grazie allo studio delle antiche religioni come quella indiana hanno portato alla valutazione di una possibilità di apertura verso l’esterno, che permetta all’energia che abbiamo in noi stessi di diffondersi ed interagire con altri esseri e l’universo che ci circonda.

2-second, flusso vitale

Bronzo - 26.5x24x21.5 (cm)

Trans-lettera

Alluminio dipinto - 216x110x94 (cm)

Trans-lettera è tra le opere più apprezzate e riconosciute di Rabarama, a livello internazionale. La posizione di intensa riflessione può solo farci immaginare cosa questa figura stia pensando, ed è proprio sulla trasmissione di messaggi diretti, svincolati da quella che è la barriera linguistica, che si incentra quest’opera. Nel suo percorso artistico, Rabarama studia il linguaggio come metodo di comunicazione, analizzando però ogni singola lettera come a sé stante, andando oltre al singolo significato delle parole. Si arriva quindi ad analizzare il metalinguaggio, ovvero lo sfruttamento di simboli per una trasmissione senza filtri delle informazioni. Trans-lettera ci invia un messaggio diretto, visibile, riportato direttamente sulla pelle. Sta ad ognuno di noi trovare la chiave di lettura e decifrare il nostro personalissimo spunto di riflessione.

Opus Nigra

Bronzo dipinto a mano - 52x51x21 (cm)

Opus Nigra è una parola legata all’alchimia; è il primo passo per creare la Pietra Filosofale, ma il significato è molto più profondo. Opus significa “lavoro” in latino, mentre Nigra deriva dal latino Nigredo, che significa “nero”. In particolare, Nigredo rappresenta la fase in cui la materia deve essere scomposta, in modo che ritorni al suo stadio primitivo, cioè alla condizione del caos originario da cui è nata tutta la creazione: in primo luogo, è necessario distruggere gli elementi, in modo che possano essere ricomposti successivamente in una sintesi più alta. Solve et coagula era il motto degli alchimisti, che indicava le operazioni da eseguire, il cui dissolvimento e decomposizione costituiscono necessariamente il primo passaggio inevitabile. Con lo psichiatra e psicologo Carl Gustav Jung, il termine è diventato una metafora per indicare la notte oscura dell’anima, quando un individuo è portato a confrontarsi con l’Ombra dentro di sé. La consapevolezza dolorosa e crescente del soggetto dei suoi aspetti ombra, generalmente descritta come un momento disperato, è per Jung un prerequisito per lo sviluppo personale nel percorso della scoperta. Il confronto con l’Ombra prima crea una stasi, una disillusione, una fermata che ferma l’azione e mostra l’inefficacia delle loro convinzioni. Solo allora viene quella che in filosofia si chiama enantiodromia, cioè il rovesciamento al contrario: il Nigredo lascia il posto all’Albedo, dove la discesa sempre più profonda nell’inconscio cambia improvvisamente in un’illuminazione dall’alto. Il simbolo inciso sulla fronte rappresenta il primo chakra, che porta il nome sanscrito di Muladhara, o chakra della radice. È “il centro della base”, rappresenta le fondamenta di tutto il sistema dei chakra e qui risiede l’energia della kundalini: solo se la base è forte l’energia può salire attraverso gli altri chakra, così come solo quando è assicurata la sua sopravvivenza materiale (mangiare, dormire, salute fisica e lavoro) l’essere umano può concentrarsi su attività quali imparare, creare relazioni, coltivare la spiritualità, eccetera. Il suo elemento è la terra.

Tyrone

Bronzo dipinto a mano - 15x37.5x19.2 (cm)

Il titolo di quest’opera deriva dal simbolo celtico che è stato inciso dall’artista lungo entrambe le figure: si tratta del Nodo di Tyrone. Questo disegno è un trifoglio formato da due linee parallele intrecciate. Le due linee parallele sono utilizzate per rappresentare la vita di un individuo ed il suo rapporto con il suo amato: intrecciati e contemporaneamente separati. Se infatti l’amore riesce ad unire corpo e anima di due persone, è anche vero che ognuno deve mantenere la propria individualità, per non soccombere al proprio compagno, ma sostenersi a vicenda. Ciascun trifoglio rappresenta anche le forze della natura: la terra, l’aria e l’acqua, senza le quali gli esseri umani non potrebbero abitare questo pianeta, richiamando il tema del rispetto per tutto ciò che ci circonda. Le linee intrecciate promuovono la forza dell’amicizia e l’amore. Le sculture di Rabarama con due figure ci ricordano che non siamo soli in questo grande universo, abbandonando la prospettiva della predeterminazione genetica; non siamo computer biologici il cui destino è già stato scritto, ma esseri complessi, ricchi di sfaccettature, che dovrebbero puntare all’unico vero scopo della vita: l’amore, per sé stessi ed il prossimo, possibilmente diffondendolo anche dove questo non si trova.

Ram

Bronzo - 16x44x12 (cm)

Quest’opera ha un significato altamente spirituale: il titolo fa riferimento alla divinità egizia del Sole e tutto in essa punta all’energia che questa stella ci trasmette. Non a caso sulla mano che punta verso l’alto è stato inciso l’antico simbolo del Sole. Il foro attraverso questa sorta di “tela” permette alla luce di passare attraverso ed arrivare direttamente al viso, infondendolo di energia vitale. Sulla fronte è presente un segno stilizzato che fa riferimento all’OM, simbolo sanscrito che indica l’universo. La sillaba RA sulla schiena fa riferimento sia alla divinità egizia che all’incipit dello pseudonimo dell’artista. Sul palmo della mano sinistra è possibile vedere l’Occhio di Ra, che, oltre ad essere in relazione con la luce e ad inviare raggi di forza, è il simbolo della capacità dell’espressione spirituale; nella religione egizia è il simbolo della prosperità, del potere regale e della buona salute. Il manto che ricopre la figura femminile è inciso con una trama a labirinti, ad indicare il percorso nella vita di ognuno di noi; questa “pelle” materica viene tolta, in modo che l’essere interiore possa entrare in contatto con l’universo.

Juugen

Bronzo - 16x33x17 (cm)

Prest-azione

Bronzo dipinto a mano - 49x38x30 (cm)

Rabarama esplora, in questo ciclo di opere scultoree realizzate nello stesso periodo, il corpo come contenitore della nostra anima e delle nostre emozioni. La dipintura ha più significati: in primis, i fiori si ricollegano alla metafora del vaso ed è quindi possibile associarli anche a tutte quelle sensazioni che fanno parte di noi, rese visibili sulla pelle; a ciò si aggiunge il collegamento esplicito con la natura e la grande madre Terra. Fondamentale per l’essere umano è ritrovare il profondo legame con la sua parte istintiva e che lo connette con la natura, la quale ci dona sostentamento e che è necessario rispettare. Siamo parte di un universo immenso e, come il nostro corpo fa con le emozioni, anch’esso raccoglie le energie di ogni essere vivente perché diventino parte integrante del tutto. Il titolo e la posa arricchiscono ulteriormente il significato: la figura sembra in cerca di un equilibrio, assumendo una posizione flessibile. Tutto questo è una metafora ad indicare che, attraverso un adattamento alla situazione, che può essere fisico, mentale e spirituale, la nostra prestazione potrà avere un vantaggio, che non andrà solo a nostro beneficio, ma anche a beneficio del prossimo

4-fourth, serendipity

Bronzo - 31x23x16.5 (cm)

Quest’opera fa parte del ciclo di opere in edizione realizzate dall’Artista e che seguono una numerazione, in quanto facenti parte di un percorso interiore verso l’autoconsapevolezza. Oltre al numero 4, viene affiancata la parola “Serendipity”, in italiano serendipità, che indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Le incisioni richiamano i classici nidi d’ape, rappresentazione grafica per le cellule ed il DNA, mentre una lunga spirale avvolge e percorre tutta la figura: questa indica la nostra energia interiore, che si sviluppa per tutta la lunghezza del nostro essere, fino a che non si libererà e ricongiungerà con l’universo. Sono presenti anche alti due simboli: il cerchio con il punto al centro è l’antico simbolo del Sole, rappresentazione della forza e dell’energia oltre che simbolo di vita. Sulla mano è invece presente un occhio, simbolo di capacità dell’espressione spirituale; nella religione egizia indica prosperità, potere regale e buona salute.

Diksa

Bronzo - 23.5x26.5x21 (cm)

Diksa è una parola che deriva dal Sanscrito e significa “consacrazione”, oltre ad indicare un evento di grande importanza. Ciò a cui in particolare vuol fare riferimento l’artista è l’iniziazione vista come passaggio ad un livello spirituale superiore. La figura è in posizione riflessiva, ma aperta, ad indicare che questo passaggio sta avvenendo, e quindi anche il corpo trova una maggiore libertà. Le mani che si stringono l’un l’altra dietro la schiena vogliono permettere al respiro di fluire pienamente per aprire tutti i Chakra e raggiungere un livello più alto di consapevolezza. Il viso è rivolto verso un ricordo lontano: rammentare e comprendere il nostro essere stati è utile per proseguire e divenire altro. Gli alveoli sono il simbolo che Rabarama utilizza come rappresentazione delle cellule e del DNA umano, che compongono ognuno di noi e ci definiscono.

Luogo

Marmo belgio - 46x26x16 (cm)

Il titolo e la dipintura ci parlano di un tema importante, legato per l’appunto al luogo in cui si svolge la nostra esistenza. Capita infatti di non sentirsi a proprio agio nell’ambiente in cui siamo nati e/o cresciuti, cosa che inevitabilmente crea dei vincoli alla nostra energia ed essenza. Viaggiare e spostarsi può essere un modo non solo per accrescere la nostra conoscenza, ma anche per trovare un luogo con cui sentiamo maggiore connessione, e che ci dia la possibilità di sentirci più in sintonia con ciò che ci circonda. Questo ci donerà la giusta serenità e confidenza per ritrovare l’equilibrio interiore e permettere alla nostra energia di essere libera ed entrare in contatto con l’Universo.

Lovers

Bronzo - 27.5x29x23.5 (cm)

Come suggerisce il titolo, quest’opera è incentrata sull’amore: il tenero abbraccio che unisce le due figure vuole sottolineare il senso di protezione, cura e dolcezza che fanno parte di questo sentimento estremamente puro. Le due figure presentano una trama incisa simile: sono presenti le farfalle, simbolo dalla molteplice lettura, che anticamente si riferisce all’anima, alla trasformazione, alla speranza e, nella cultura Giapponese, rappresenta la felicità coniugale. La figura maschile presenta incisioni a farfalla mescolate con il simbolo antico del Triskell: movimento evolutivo ed uno involutivo che trovano un punto d’incontro nel movimento che equilibra le forze contrarie. Questi tre movimenti producono energia che nella realtà antica rappresentava l’essenza della Vita stessa. Altro elemento fondamentale di quest’opera sono le varie aperture, che permettono alla luce di uscire: questo vuole essere una metafora dell’energia interiore che si sprigiona verso l’esterno per entrare in contatto con l’universo e l’energia di altri esseri viventi.

Hatha

Bronzo dipinto a mano - 11x47x23 (cm)

Love

bronzo dipinto a mano con inserti oro e bianco - 30.5x46.5x31.5 (cm)

Il titolo dell’opera viene ripetuto più e più volte lungo tutta la superficie: si tratta infatti di una sintesi del significato della vita, che secondo Rabarama è l’Amore. Siamo esseri complessi, composti da una miriade di cellule (la parte materiale) e di emozioni (la parte spirituale), in perenne tensione verso un obiettivo personale. L’ esistenza sembra immotivata, eppure la nostra presenza in questo esatto momento sulla Terra possiede dello straordinario; il fine ultimo di tutto questo deve essere qualcosa di altrettanto importante, capace di elevarci interiormente. L’Artista lo identifica nell’Amore. Inoltre, la rappresentazione della parola in lettere divise ha un preciso significato. Nel suo percorso artistico, Rabarama studia il linguaggio come metodo di comunicazione, analizzando però ogni singola lettera come a sé stante, andando oltre al singolo significato delle parole. Si arriva quindi ad analizzare il metalinguaggio, ovvero lo sfruttamento di simboli per una trasmissione senza filtri delle informazioni. Love ci invia un messaggio diretto, visibile, riportato direttamente sulla pelle.

Othila

Bronzo - 26x31x19 (cm)

Il titolo di quest’opera è legato alla Runa della tradizione celtica incisa sul dorso della figura accovacciata: Othila simboleggia la fine del viaggio e l’ingresso nel regno degli Dèi, un nuovo sentiero di vita spirituale in arrivo, un’illuminazione. Oltre a questa, sul braccio destro è presente anche la runa Laguz: questa simboleggia l’acqua che scorre portatrice di forza vitale rigenerante. Essa è collegata ai cambiamenti di energia e alla crescita maturata attraverso le proprie esperienze; ha il compito di aiutarci a comprendere la ciclicità delle cose e dare nuovo impulso alla rinascita per l’inizio di una nuova fase di vita. Sul braccio destro è inoltre presente l’antico simbolo del Sole (i due cerchi concentrici), portatore di luce ed energia vitale, mentre sul piede destro vi è rappresentata la Terra (cerchio con la croce), relativa alla Vita.

Tutta la superficie è incisa con un motivo a puzzle, caro all’Artista e relativo all’inizio della sua ricerca: ogni tessera rappresenta le cellule ed il nostro DNA, legandoci ad un percorso già prestabilito e relegando l’essere umano ad una sorta di computer biologico. Con lo studio di antiche filosofie, tuttavia, l’Artista è riuscita a trovare nell’auto consapevolezza una via d’uscita alla predestinazione.

Im-Plosione

Alluminio dipinto - 137x85x105 (cm)

Im-plosione è un’opera che racconta un’evoluzione: nella nostra vita, affrontiamo spesso situazioni in cui la reazione che mettiamo in atto, l’azione che svolgiamo, provoca inevitabili conseguenze. Tuttavia, per evitare esiti negativi, possiamo permettere al nostro “DNA”, alla nostra essenza, di modificarsi. Un’implosione è in effetti uno sconvolgimento interiore totale, e possiamo attuarlo dentro di noi solo tramite una profonda riflessione. Tutta la figura è coperta da un pattern ad esagoni, rappresentazione grafica delle cellule e del DNA che compongono ogni essere vivente e custodi della conoscenza atavica; le catenine che incorniciano ogni forma geometrica intendono rafforzare il concetto di particella infinitesimale capace però di dare vita ad un Tutto complesso e ricchissimo, che è altresì in grado di disgregarsi e muoversi, generando pensieri e consapevolezze nuove (a differenza dei classici esagoni utilizzati dall’artista, dove le linee di delimitazione sono tracciate diritte, come a definire un confine immutabile).

Shoshin

Bronzo - 30x40x41 (cm)

Il titolo di quest’opera deriva dal giapponese ed è una parola che non ha una traduzione letterale, ma si riferisce a “l’energia e la voglia di fare mescolati alla paura di sbagliare e all’impaziente curiosità di capire” tipica di quando iniziamo ad apprendere qualcosa di nuovo. L’Artista si è lasciata ispirare dalla sua esperienza personale e da una melodia in particolare, il brano “You were a child” di Giovanni Allevi. Ripercorrendo le sue memorie, Rabarama tratta un tema personale ed universale: da piccoli sviluppiamo le nostre personali mappe, quella cognitiva e quella emotiva, che in futuro ci aiuteranno a comprendere il mondo che ci circonda. Capita però che dei momenti negativi influiscano su queste strutture, le quali lasceranno in noi delle “ferite” aperte, non permettendoci di raggiungere la consapevolezza piena del nostro essere, l’equilibrio e la serenità. Oltre a queste, fa parte di noi la mappa genetica, rappresentata nell’opera dagli esagoni e dalle linee che la percorrono, e che a suo modo crea dei costrutti e delle barriere da superare. La posa riflessiva si riferisce al momento in cui, una volta trovato il coraggio, affrontiamo i nostri traumi, per poter essere liberi, sereni ed in equilibrio, capaci di emanare la nostra luce interiore ed entrare in contatto con l’energia dell’Universo. […]

Interiorizz-azione

Bronzo dipinto a mano - 52x40x42 (cm)

Rabarama esplora, in questo ciclo di opere scultoree realizzate nello stesso periodo, il corpo come contenitore della nostra anima e delle nostre emozioni. La dipintura ha più significati: in primis, i fiori si ricollegano alla metafora del vaso ed è quindi possibile associarli anche a tutte quelle sensazioni che fanno parte di noi, rese visibili sulla pelle; a ciò si aggiunge il collegamento esplicito con la natura e la grande madre Terra. Fondamentale per l’essere umano è ritrovare il profondo legame con la sua parte istintiva e che lo connette con la natura, la quale ci dona sostentamento e che è necessario rispettare. Siamo parte di un universo immenso e, come il nostro corpo fa con le emozioni, anch’esso raccoglie le energie di ogni essere vivente perché diventino parte integrante del tutto. Il titolo vuole essere un invito a scoprire la nostra forza interiore, a raggiungere l’auto coscienza, al fine di mostrare il nostro vero Io.

Ikigai

Bronzo dipinto a mano - 14x29x17 (cm)

Il titolo di quest’opera deriva dal giapponese ed è una parola che non ha una traduzione letterale, ma si riferisce all’insieme delle azioni volontarie e spontanee che danno un senso alla propria vita e che insieme definiscono quindi la nostra esistenza. La ricerca dell’artista si è infatti sempre sviluppata attorno a questo importante quesito: perché siamo al mondo? Ikigai vuole essere un invito alla riflessione ma anche un momento di crescita. La sfida più grande secondo l’artista è imparare ad accettarsi ed amarsi, rispettando ogni peculiarità che ci rende unici e preziosi. Il passo più difficile è forse proteggere quelle fragilità che abbiamo paura di mostrare ma che sono una parte fondamentale del nostro io. La figura si abbraccia dolcemente proprio in senso di protezione e allo stesso tempo di incoraggiamento e sembra sdoppiarsi in una dualità: siamo corpo e spirito, materia e anima. Le parole possono diventare un ostacolo nel nostro processo di crescita, rivelandosi un filtro troppo rigido per cui Rabarama astrae le lettere, come una forma di struttura semplice, affinché ognuno possa trovare ricombinarle per trovare la propria chiave di espressione. Il messaggio dipinto sulla scultura è un rebus: sta ognuno di noi trovare la propria chiave di interpretazione.

2-Second, Flusso Vitale (gold patina)

Bronzo - 24x26.5x21.5 (cm)

Le due figure strette in un abbraccio dell’opera “2-Second, Flusso Vitale” celano nella loro intimità, oltre ai volti, anche molti simboli legati all’antichità ed all’esoterico, i quali vogliono trasmettere messaggi positivi per la vita ed il futuro.

Trans-Porto

Alluminio dipinto - 170x118x105 (cm)

Nel suo percorso artistico, Rabarama studia il linguaggio come metodo di comunicazione, analizzando però ogni singola lettera come a sé stante, andando oltre al singolo significato delle parole. Si arriva quindi ad analizzare il metalinguaggio, ovvero lo sfruttamento di simboli per una trasmissione senza filtri delle informazioni. L’opera ci invia un messaggio diretto, visibile, riportato direttamente sulla pelle. Sta ad ognuno di noi trovare la chiave di lettura e decifrare il nostro personalissimo spunto di riflessione. Anche il titolo e la posizione vogliono essere spunti per la meditazione: alla ricerca di una via d’uscita alla predestinazione, l’uomo cerca di ampliare la sua consapevolezza, sia apprendendo nuove nozioni (e da qui il collegamento con la comunicazione e la trasmissione di messaggi), sia osservando il mondo esterno con occhio oggettivo, distante e da una nuova prospettiva, lasciandosi trasportare e tendendo ad esso, come sembra stia facendo la figura. In questo modo coglieremo nuovi aspetti e nuove informazioni utili per raggiungere un livello superiore di consapevolezza, che ci permetta infine di entrare in contatto con l’Universo.

Im-Perfection

Bronzo dipinto a mano - 39x52.5x25 (cm)

Im-perfection è un’opera legata alla bellezza. Il titolo, come si nota, è un gioco di parole legato alla “perfezione”: sono infatti i nostri difetti, e quindi le nostre imperfezioni, a renderci invece unici e meravigliosi. La posa della figura, intenta a proteggersi, mostra la fragilità relativa al non perfetti, anche se la vera bellezza si trova dentro di noi.

In questo caso l’Artista ha voluto decorare la pelle della sua creatura con simboli relativi ai 7 Chakra che, collegati tra loro ed aperti, fanno circolare l’energia all’interno del nostro essere per poi rapportarsi con l’energia presente in tutto il creato. Altro richiamo alla cultura indiana è il disegno del Mandala sulla schiena, figura geometrica che si utilizza nei riti spirituali per coinvolgere l’energia dell’Universo.

Questa energia viene liberata così dal nostro corpo, permettendo alla nostra anima di mostrarsi all’esterno in tutta la sua bellezza.

Altri simboli presenti sull’opera sono i classici nidi d’ape, i quali indicano le cellule che compongono il nostro essere ed in nostro DNA; sulle gambe sono presenti gli antichi simboli del Sole e della Terra, che indicano rispettivamente l’energia e la vita. Sul dorso della mano, infine, è presente un occhio: la posizione non è casuale, le mani sono infatti lo strumento che utilizza l’Artista per vedere il mondo e riprodurlo sull’argilla; inoltre, seguendo la tradizione egizia, si riferisce all’Occhio di Horus, associato all’invulnerabilità e conduce all’onniscienza.

Tattva

Bronzo dipinto a mano - 44.5x39x34 (cm)

Il titolo di quest’opera significa “ESSENZA VERA” o unione, in Sanscrito. Unione tra corpo e anima (le due figure rappresentano questo).

Solo quando ci conosciamo ed amiamo profondamente, raggiungiamo il nostro equilibrio interiore e la pace con noi stessi, capiamo di non aver bisogno di altro; in quel momento possiamo amare in senso lato e più ampio. I Tattva sfociano nei 5 elementi: aria, acqua, terra, fuoco e etere. L’etere manifesta l’idea dello spazio, l’aria quella del tempo, il fuoco quella della luce, l’acqua quella della vita e la terra quella della forma. Come le linee e i colori usati da un artista, questi sono i mezzi necessari all’espressione dell’Intelligenza Cosmica.

Le mani giunte riproducono il Namasté: letteralmente la parola namasté (o namaskar) significa “mi inchino a te” e deriva dal sanscrito, dove namas significa inchino, saluto, e tesignifica te. Oltre a essere una parola, nella cultura indiana questo gesto è un mudra, vale a dire un gesto che viene fatto durante la pratica dello yoga.

Tutta la scultura è incisa con un motivo legato alla stella a sei punte, all’esagramma, che non vuole riferirsi alla religione, ma all’unione tra cielo e terra, simboleggiati dai due triangoli che si fondono. Rappresenta altresì il macro che si rispecchia nel micro cosmo, opposti che una volta congiunti offrono protezione e unità.

Jivatman

Bronzo dipinto a mano - 48x37.5x25 (cm)

Quest’opera fa parte di un ciclo di sculture la cui superficie è cosparsa di cinture. Tutta la figura ne viene avvolta, e sembra essere bloccata da queste: le cinture sono metafora di tutti quei costrutti interni ed esterni a noi, come la genetica, le tradizioni, la cultura e tutti gli insegnamenti che derivano dall’ambiente in cui nasciamo e viviamo. Ognuna di queste cose ci vincola ad azioni predeterminate, seguendo un destino prestabilito. Tuttavia, attraverso la riflessione e meditazione interiore, alla ricerca della nostra energia e dell’auto coscienza, saremo in grado di modificare il nostro pensiero e di conseguenza i nostri atti. Abbandonando la routine e tutti quei comportamenti che crediamo essere a noi utili, ma che infine si dimostrano nocivi, saremo in grado di liberarci dalle cinture che ci tengono fermi, semplicemente aprendo la fibbia e lasciando cadere, metaforicamente, ciò che era un impedimento. Sulla schiena è presente la sillaba RA, che fa riferimento sia allo pseudonimo dell’Artista che alla divinità egizia del Sole, connessa all’energia ed alla vita. In ultimo, ma non meno importante, il titolo dell’opera, Jivatman: il termine “jiva” in sanscrito ha due significati, infatti significa “creatura vivente” e significa anche “spirito individualizzato” che sostiene l’essere vivente nel corso delle sue incarnazioni. Quando è usato nel secondo significato, il termine completo diventa “jivatman” dove Atman è lo Spirito o il Sé Eterno dell’essere vivente. Il concetto esprime la particella eterna del Divino, poiché il Divino molteplice si manifesta come Sé o spirito individualizzato dell’essere creato. Siamo tutti particelle di energia pulsante, facenti parte di un Tutto cosmico molto più grande di noi, a cui però tendiamo naturalmente ed a cui sarà possibile giungere unicamente dopo aver ottenuto la completa coscienza del nostro essere originale.